UNA PROMESSA ETERNA, LONTANO DA KONOHA PARTE I, Tre semplici parole che avevano il potere di cancellare ciò che ero sempre stato...

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#Princeton_818#
view post Posted on 16/5/2008, 18:13




Disclaimer: I personaggi non sono miei, quindi questa piccola cosuccia...

SASUKE: Bugiarda ci hai lavorata come una pazza

NARUTO: Zitto teme!

SHANNARA: Dicevo, prima di essere scortesemente interrotta, questa piccola cosuccia è un mio omaggio all'affascinate mondo di Naruto.

NARUTO: ha detto che sono affascinante!

SASUKE: Dobe!

NARUTO: CATTIVO!

Scoppia in lacrime.

SHANNARA: Sasu-chan?

SASUKE:
Si?

SHANNARA: Recupera Naruto per piacere. OPPURE TI CANCELLO LA PARTE CHE TI PIACE TANTO!!!

SASUKE: Vado!

SHANNARA:
Bene, buona lettura. Mi conservo il diritto di qualche correzione. La canzone è una delle mie preferite, UNTITLED dei SIMPLE PLAN.

Le parti in corsivo sono narrate da Naruto in prima persona, un ricordo praticamente. Le parti in scrittura normale, invece, sono la narrazione in terza persona, in quanto, Naruto non è presente.

Le parti in grassetto rappresentano i pensieri di Kiiubi, più umana e, diciamocelo, materna.

Le 'parti così' le risposte telepatiche di Naru-chan.

________________________________________________________________

Una promessa eterna



I open my eyes

I try to see but I’m blinded by the white light

I can’t remember how

I can’t remember why

I’m lying here tonight



“Mio adorato Naruto”...

Tre semplici parole... Così comincia la mia storia, l’avventura che mi ha portato a dire addio a tutto ciò che avevo sempre conosciuto, tutto ciò che ero sempre stato per scoprire che, alle volte, bisogna perdere tutto prima di trovare davvero se stessi.

Tre parole… Parole così devastanti che avrebbero sconvolto la mia vita fin dalle fondamenta… Tre semplici parole scritte dal pugno di quel padre di cui non avevo memoria ma che sapevo, sapevo, avermi amato così tanto…

BUM BUM

Un boato assordante fece vibrare i vetri dell’ufficio dell’Hokage. Quella notte, la vigilia del mio diciassettesimo compleanno, una tempesta senza precedenti aveva deciso di abbattersi sul mio villaggio. Che fosse un presagio di sventura? Forse. Anche a distanza di tanti anni non so dare una risposta.

La mia unica certezza era ciò che mi era stato annunciato da Nonna Tsunade. Aveva deciso di farmi, per la mia nomina ad ANBU, un dono speciale… Voleva restituirmi le mie radici…

Shizune, Jiraiya, Kakashi, persino Iruka-sensei erano tutti lì, lì per me…

Perché? Non lo capivo. Non capivo la loro apprensione, il pallore che regnava sui loro volti. Le loro voci smorzate e quasi soffocate. Che c’era tanto di speciale in me?

Tante domande si accavallavano nella mia mente. E se avessi scoperto che mio padre era un poco di buono? E se fossi stato il figlio di qualcuno anche peggio di Orochimaru?E se…

Era stupido lo so… Ma avevo così tanta paura… Era come l'esser diviso in due: una parte di me aveva un disperato bisogno di trovare finalmente delle risposte. Risposte a tutte quelle domande che mi avevano torturato nel corso degli anni, che mi avevano tenuto sveglio notti intere. Ma, infondo al cuore, c’era ancora quel bimbo sperduto il cui unico desiderio era quello di fuggire… Non mi ero mai sentito così.

Tutto ciò che ero, tutto il mio passato era racchiuso lì, tra quelle pagine di carta ingiallita, tra le pieghe di una lettera che non era mai stata aperta.

Le mani mi tremavano… La gola mi bruciava… Sentivo Kiiubi fremere dal centro del mio corpo… Sentivo i loro sguardi fissi su di me…

Iruka-sensei si contorceva le mani, ansioso. Se avesse potuto, avevo l’impressione che avrebbe voluto strapparmi quella lettera dalle mani e distruggerla. Non è mai stato bravo a nascondere le sue emozioni.

Tutto ciò che potevo chiedermi era: chi ero in realtà?




“Mio adorato Naruto,

se stai leggendo questa lettera vuol dire che io non sono più lì con te. Vuol dire che non ti ho visto crescere, muovere i tuoi primi passi, diventare uomo. Mi dispiace infinitamente, figlio mio.

Figlio sconosciuto, ma così tanto amato. Ultimo dono dell’amore che ha unito tuo padre a tua madre. Figlio del dovere che mi ha da sempre legato a questo villaggio.

Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, Naruto. Ma spesso, avrai imparato, ciò che vorremmo non è sempre la cosa giusta da fare. Il mio dovere verso Konoha viene prima di tutto, anche dei miei stessi sentimenti.

Ho giurato, figlio mio. La mia vita per la nostra patria.

So che questi sono stati anni duri. Posso immaginare tutte le sofferenze che hai dovuto patire. Tutte per colpa mia. Sono stato io a chiedere a Sarutobi-sama di tacere la verità sulla tua nascita fino al momento in cui tu fossi stato pronto. È tuo padre la causa del tuo dolore. Perdonami se puoi.

Non so che persona sei diventato in questi anni ma di una cosa sono certo. Sei nato per essere un eroe, Naruto. L’eroe che avrebbe portato la speranza a coloro che ne sono stati privati. Per coloro che hanno dimenticato cosa sia la gioia… Perché sei il figlio di tua madre, bambino mio. Hai in te tutta la forza e il coraggio di coloro che sono nati liberi, senza odio né pregiudizi.

Ho amato infinitamente tua madre, Naruto. Era la luna che rischiarava l’oscurità della mia vita. Averla avuta accanto è stato il dono più grande che avessi potuto ricevere.

Tua madre non proveniva da Konoha. Era originaria di un remoto villaggio oltre le cascate che cingono la Terra del Fuoco ad occidente, in quella valle circondata da una fitta nebbia le cui foreste si dicano abitate da Spiriti Selvaggi.

Il suo nome era Kushina, Figlia del Vento. Mi sembra trascorso solo un attimo dal giorno in cui la vidi per la prima volta. Meravigliosa. La incontrai durante uno dei miei peregrinaggi insieme al mio sensei, Jiraiya. Non ci sono parole per descrivere lo splendore che ella irradiava.

La prima volta che la vidi stava facendo il bagno in una limpida cascata. Non avevo mai visto essere più bello. Anche una dea sarebbe impallidita al suo cospetto. Ne rimasi folgorato. Così stupenda… Così terribile… Non potrò mai scordarlo. Mi colpì talmente forte che per poco non rischiai la vita.

Era straordinaria: testarda, silenziosa, intelligente. Sapeva combattere in maniera eccellente. Ma non era questa la sua più grande dote. Tua madre aveva un cuore grande, immenso come il cielo… Ci è stata portata via troppo presto…

Non so cosa ti abbiano raccontato, ma non credere mai che sia stata per colpa tua. Ti amava ancora prima di sapere della tua esistenza. Lei era fatta così. Sai, per un po’ ne sono stato anche geloso. Eri tu il suo tesoro più prezioso.

La vita con Kushina non è mai stata tutta rose e fiori. Per molti anni siamo stati rivali. Credevo di detestare la sua perfezione. I suoi lisci capelli neri. I suoi occhi d’ebano. La pelle candida come la neve. Tutto in lei mi faceva andare il sangue alla testa. Non mi sono mai perdonato per tutto il tempo perso.

In realtà, semplicemente, non volevo accettare questi miei sentimenti. Per me esisteva solo lei. Non volevo nessun’ altra… La mia Kushina.

Non commettere il mio stesso errore, Naruto. Non perdere il tempo prezioso che ci è stato concesso stando lontano dalla persona a cui vuoi più bene. La vita umana è troppo breve.

Kushina è stata uno dei beni più grande della mia esistenza. Non rimpiangerò mai gli attimi trascorsi insieme.

Forse non potrà compensarti della sua perdita, ma ti lascio insieme a questa lettera, e a tutto ciò che ho posseduto in vita, due bracciali d’argento. Fra la tribù di tua madre sono considerati un giuramento d’amore eterno. Vorrei che ne donassi uno alla persona che ami. Sono sicuro che chiunque sceglierai sarà qualcuno di straordinario.

L’amore è un bene troppo prezioso. Non permettere a nessuno di portartelo via.

Vivi, Naruto. Vivi a modo tuo… Libero e senza rimpianti. Vivi come ti dice il cuore. Perché solo così potrai essere felice, figlio mio.

Ti lascio con la certezza che ci sarà qualcuno che si prenderà cura di te, donandoti tutto l’amore che meriti.

Ti voglio bene, mio Naruto. E, ti prego, non odiarmi per l'averti dovuto abbandonare. Sarò sempre con te, anche se solo in spirito. Non dubitarne mai. Veglierò su di te sempre, insieme alla mia Kushina.

Tuo padre,

Minato Namikaze

Quarto Hokage di Konoha




Non potevo crederci. Era assurdo, tutto così incredibilmente assurdo.

“Il Terzo Hokage aveva promesso di mantenere il segreto fino a quando non avessi raggiunto la maggiore età. Penso che quel momento sia finalmente arrivato. Domani ho intenzione di rivelare la verità a tutto il villaggio di Konoha… Naruto? Naruto, mi ascolti?”

Non sentivo nulla… Non provavo nulla… La testa era leggera… Le gambe, le braccia, tutto il mio corpo era come svanito… Non esistevo più.

Le parole di Nonna Tsunade mi raggiungevano come un lieve ronzio… Stavo male…

D’improvviso, non so come, mi ritrovai tra le braccia di Kakashi-sensei. Per un attimo, credo, credo di aver visto anche il viso del maestro Iruka. Non so bene, avevo la vista come offuscata.

“Cos’ha?” Iruka-sensei mi prese una mano.

“Sh, calma. Calma, Naruto. Respira profondamente. Dannazione è sotto shock!” Una voce in preda al panico...

Non capivo chi mi stesse parlando, chi mi sfiorasse la fronte. Nel mio mondo c’era solo oscurità…

Un odore strano mi raggiunse…

‘Lasciati andare, cucciolo. Ci penso io a rimetterti in piedi…’

‘Kiiubi…’ Fu il suo richiamo a riscuotermi. A risvegliarmi dal torpore che mi teneva prigioniero.

Dal giorno della mia battaglia nella Valle della Morte contro Sasuke, quando per un istante avevo davvero sfiorato la fine, il sigillo si era lentamente indebolito…Ora potevo parlare con quel Demone che mi aveva causato non pochi guai anche se non avevo rivelato a nessuno questo mio segreto...

“Naruto… Naruto…” Qualcuno mi stava scuotendo. Una massa di capelli biondi, delle mani forti. Nonna Tsunade?

Non so perché ma scoppiai a ridere. Era una risata isterica, amara. Avrei voluto fermarmi, ma non ci riuscivo. Dovevo andare via da lì o sarei impazzito.

Sentivo il chakra della volpe alimentare anche la più piccola cellula del mio corpo e in un istante era di nuovo in piedi.

“Sul serio, Nonna Tsunade. Mi hai fatto proprio un bello scherzo. C’ero quasi cascato!”

“È tutto vero, Naruto. Capisco che ora puoi essere sconvolto…” Provò a sfiorarmi i capelli ma l'allontanai quasi scottato.

“Sconvolto… SCONVOLTO?! Come minimo! Mi avete mentito per tutto questo tempo! Voi lo sapevate... LO SAPEVATE!!! E avete lasciato che mi torturassero! Per anni, ANNI, tutto questo stramaledetto villaggio mi ha trattato come un reietto, un abominio, un essere indegno!”

Avevo ripreso a tremare. Il mio chakra e quello della volpe roteavano impazziti senza che potessi fare nulla per fermarli! Li odiavo. Li odiavo per quello che mi avevano fatto… Odiavo mio padre per l’avermi lasciato in pasto a quei bastardi… Le lacrime di Iruka e Shizune, la tristezza di Kakashi e della nonna, li odiavo… Li odiavo… Odiavo…

“Calmati, Naruto…” Ero-sennin iniziò ad avvicinarsi a passi lenti ma l’unica cosa che volevo era l’essere lasciato in pace. Non so bene cosa accadde dopo.

A distanza di tanti anni posso ancora percepire il calore emanato dal chakra di Kiiubi avvolgermi completamente fino a farmi sparire nella sua luce.

BUMMM

Un boato assordante ed, infine, la pioggia sferzante che mi bagnava il viso.

Iniziai a correre nella tempesta senza una meta mentre in lontananza potevo sentire Nonna Tsunade ed Iruka-sensei urlare il mio nome.

Volevo solo andare via. Mi avevano mentito per diciassette lunghi anni, era questo il mio solo pensiero.

Se fossi restato, il vedere quelle loro espressioni dispiaciute avrebbe solo fomentato la mia rabbia. Dovevo allontanarmi perché ero sicuro che altrimenti avrei potuto fare qualcosa di cui mi sarei pentito.

In quel momento non potevo di certo immaginare che quello sarebbe stato solo il principio. L’inizio di una serie di eventi che mi avrebbero condotto qui, a questo punto della mia vita in un luogo che, finalmente, posso chiamare casa…




And I can’t stand the pain

And I can’t make it go away

No I can’t stand the pain



La tempesta s’era fatta più violenta ma a me non importava. Mi stringevo forte le braccia senza sapere neanche perché. Il freddo della pioggia non era nemmeno paragonabile al gelo che sentivo dentro.

Presi a vagabondare per le strade deserte. Sembravo uno Spirito Inquieto pronto a divorare l’anima di qualche povero malcapitato. Dovevo avere un aspetto orribile.

Gli occhi mi bruciavano. Non so quando avessi preso a piangere, quando le mie lacrime avevano preso a confondersi con la pioggia, quando i singulti avessero iniziato a bloccarmi il respiro. Sapevo solo di non riuscire a smettere.

Mi trascinavo un passo dopo l’altro…Non riuscendo a vedere… Non riuscendo a sentire…

C’era solo quel gigantesco vuoto dentro di me che mi stava consumando lentamente. Mi sentivo morire…

Cucciolo… Hey, cucciolo…

La voce di Kiiubi era la mia sola compagna… Se persino un demone millenario assetato di sangue e vendetta aveva voglia di consolarmi, dovevo essere davvero patetico. Ero arrivato al limite…

Cucciolo…

‘Che vuoi, Volpe?’ Risposi brusco. Non avevo voglia di inutili convenevoli.

Come ti senti?

‘Vuoi prendermi in giro, per caso?’

Rispondimi, umano!

‘Come vuoi che stia?! Sono stato umiliato, ingannato! Come dovrei sentirmi?’

Cerca un riparo… Qui fa freddo…

‘Oh, non l’avevo notato. Scusami tanto’. Il sarcasmo traboccava da ogni singola sillaba. ‘Ma, vedi, l’albergo Naruto in questo momento è chiuso a tempo indeterminato! Faccio quello che mi pare?!” Urlai nella mia stessa testa.

Stupido moccioso…

‘Dannata Volpastra…’

Immagini dello Yondaime, di quel volto scavato nella roccia si paravano costantemente innanzi ai miei occhi. Un’ossessione che non mi lasciava andare. Ero stato uno sciocco. Come avevo fatto a non accorgermene? Crescendo ero diventato così simile a lui… I vecchi che mi vedevano passare per le vie si fermavano a fissarmi, impallidendo e fuggendo via quasi avessero visto giungere un terribile fantasma...

Mio padre… Mio padre… Un uomo coraggioso… Un uomo forte… Un uomo determinato… Colui che aveva sconfitto Kiiubi, colui che era divenuto il ninja più forte del villaggio… Colui che aveva stabilito la tortura che sarebbe divenuta la mia vita… Mio padre…

Tuo padre era un brav’uomo, cucciolo. Non ho mai avuto molto rispetto per i mortali ma tuo padre era degno della mia stima…

Ah, già, certo il grande Yondaime…Che non poteva mai sbagliare… Che era sempre perfetto…

Dici così solo perché sei in preda all'ira, cucciolo. Altrimenti la penseresti diversamente…

'Che dovrei fare? Dire cha va tutto bene e scordarmi di tutte le bugie che mi hanno raccontato? Smettere di odiarli per quello che hanno lasciato che mi facessero?'

Smettila di parlare d'odio così facilmente. Tu non hai la più pallida idea di cosa sia...

‘Che vuoi dire?’

Ti hanno mai raccontato perché ho attaccato il tuo villaggio?
‘No…’

Mi sedetti sulla mia vecchia altalena, nel giardino dell’Accademia, l' unica mia compagna di giochi nella mia triste infanzia…

Molto tempo fa io avevo un mate, cucciolo… Il pensiero di Kiiubi era remoto, distante. Una profonda nota di malinconia si fece strada tra quelle parole, riuscendo a raggiungere la più oscura parte della mia anima. D'un tratto tutta la mia rabbia mi parve insignificante innanzi a quella tristezza infinita. Chiunque avesse detto che i demoni non provano nulla era solo un grande stupido.

‘Mate?’

Così noi demoni chiamiamo il nostro compagno per la vita…

‘Oh’. Mi stupii di quanto poco sapessi della creatura che ospitavo.

Il suo nome era Shiro… Ookami no Shiro… Il Lupo dallo sguardo d’ambra…

‘Uno dei nove spiriti leggendari?’ Ero davvero curioso al riguardo.

Si. Il demone dalle otto code… Pronunciò quelle parole con trasporto. Dovevano essere stati molto uniti.

In principio, vivevamo oltre le sette cascate, in una piccola valle, rispettati dagli uomini. Vivevamo come i loro protettori…

‘Mi è un po’ difficile crederlo’.

Zitto, scemo. Comunque, in un inverno particolarmente rigido fummo costretti a spostarci. Ci occorreva cibo per l’arrivo dei cuccioli…

‘Cuccioli?’ Un’idea quasi assurda mi balzò nella mente, allontanando per un attimo i miei problemi…

'Kiiubi… Come dire… Tu, per puro caso, sei una femmina?’ Era una cosa un pò fuori luogo ma morivo dalla voglia di saperlo.

Complimenti, moccioso. Dopo diciassette anni che ci conosciamo te ne accorgi solo ora?

‘Hey?! Che ne potevo sapere! Non è che dalla voce si capisce un granché!’ Ed era vero.

Dobe.

‘Non chiamarmi dobe!’ Risposi stizzito.

Hai ragione… La sentii sogghignare… Così può chiamarti solo il tuo adorato Uchiha…

‘Dannata Volpe!’ Era stato un colpo basso nominare Sasuke.

Vuoi che continui? Mi chiese seccata.

‘Si’.

La pioggia continuava imperterrita ma per me era come se non esistesse. Avere in corpo un demone del fuoco che va evaporare l'acqua ancora prima che ti raggiunga può essere molto utile.

Giungemmo vicino a Konoha, quando nacquero i miei figli. Una piccola volpe ed un piccolo lupo…

‘Ma lupi e volpi possono accoppiarsi?’ Ops, altra cosa fuori luogo.

D-O-B-E. Stesso identico tono. Caspita se si somigliavano.

‘Ok, ok’.

Poi accadde tutto all’improvviso…

Immagini sempre più nitide m’investirono in pieno, mozzandomi il respiro. Vedevo… Vedevo un lupo… Lo sentivo ululare… Avvertivo il calore del fuoco sulla mia pelle… Percepivo il dolore e la sofferenza del demone che ospitavo nel mio corpo…

Lui ci attaccò, portando via Shiro…

Come una marea, odio puro s’impossessò di me trovandomi innanzi gli occhi malevoli di Orochimaru…Era un sentimento che non avevo mai provato, almeno non così. Era gigantesco, annientante, totalizzante. Un buco nero senza fine che risucchiava tutto ciò che incontrava sul suo cammino lasciando dietro di sé solo il nulla più assoluto. Aveva ragione... Era questo l'odio?

Ero debole per il parto e non preparata a quello che accadde dopo. Quando fu la volta del tuo villaggio. Mi temevano. Temevano che se non avessero attaccati per primi li avrei distrutti…


Una nuova ondata di collera mi travolse. Collera e rimpianto…

Ero troppo debole…

Nuove visioni giunsero innanzi ai miei occhi. Visioni di due corpi piccoli e caldi straziati senza che potessi fare nulla per fermarli… Avvertii tutto il dolore di Kiiubi. Così si era sentito mio padre, quando fu costretto a lasciarmi?

Li uccisero senza pietà...

Odio… Ancora così tanto odio… Un furia senza eguali mi pervase finché, per un istante, mi parve che in me non fosse restato altro a cui aggrapparmi…

Fu, allora, che la mia rabbia esplose. Volevo vendetta…No, non vendetta. Volevo giustizia per quello che mi era stato strappato…

Attraverso gli occhi di un demone vissuto per più di mille anni vidi la distruzione del mio Villaggio…

Tuo padre tentò di fermarmi, sai, cucciolo. Tentò di porre fine a quello scempio ma non l’ascoltai. Non m’importava più di nulla. Il mio mate, i miei piccoli, tutto era scomparso. Non mi era rimasto più nulla…Il resto lo sai già.

‘Mi spiace, Kiiubi’.

Anche se Kiiubi aveva causato tanta sofferenza non riuscivo a provare un vero rancore nei suoi riguardi. Infondo aveva solo cercato di vendicare ciò che aveva di più caro. Potevo nutrire della compassione per lei perché, nel profondo del nostro animo riuscivo a comprenderla. Così simili… Così simili…Così simile a lui.

Però Minato non mi uccise. Credo che volesse darmi una seconda opportunità sigillandomi dentro di te, per rimediare ai miei sbagli.

‘Fa male, Kiiubi…”

Prepotente il dolore che sentivo nell’animo tornò a farsi vivo, più potente che mai. Volevo solo un po’ di pace. Era, forse, troppo da chiedere?

Lo so, cucciolo.

‘Voglio un posto da poter chiamare casa. Voglio qualcuno che aspetti il mio ritorno e mi faccia sentire amato. Voglio che la smettano di guardarmi come se fossi un mostro. O, ancora meglio, il fantasma di mio padre. VOGLIO SOLO ESSERE FELICE!’.

Stille calde presero a scendere ancora sul mio viso ormai intirizzito dal freddo e, in un battito di ciglia, ripresi a correre.

VOGLIO SOLO ESSERE FELICE.

Sapevo che l'annuncio di Tsunade non avrebbe cambiato di molto le cose. Forse i cittadini del Villaggio avrebbero smesso di vedermi come un mostro ma avrebbero subito cercato di accattivarsi le simpatie del figlio dello Yondaime riempiendomi di false gentilezze. Temendo ritorsioni per come mi avevano trattato. In un modo o nell'altro sarei stato un escluso.

Corsi per un tempo interminabile, attraversando strade deserte e vicoli bui. I lampi illuminavano il mio cammino ma avrei riconosciuto quel luogo anche ad occhi chiusi.

Era tetro e spettrale ma questo non significava nulla per me.

BUM BUM BUM

Bussai con tutta la forza che mi era rimasta. Picchiai contro quella pesante porta di legno fino a farmi sanguinare la mano. Il dolore che provavo mentre quelle gocce disegnavano strani percorsi fra le mie dita era insignificante.

Quando quell’uscio si aprì, con una lentezza tale dall’esser estenuante, fu tutto ciò di cui ebbi bisogno.

Calore. Splendido, meraviglioso calore. Forti braccia che mi stringevano, cingendomi lontano dal quel mondo che non aveva fatto altro che ferirmi.

Avrei voluto parlare, spiegarmi ma non potevo.

Tutto ciò che riuscii a sussurrare fu solo uno strozzato. “Sasuke”.




How cold this happen to me

I made my mistakes

I’ve got no where to run

The night goes on

As I’m fading away

I’m sick of this life

I just wanna scream

How cold this happen to me




“Notizie di Naruto?”

La vecchia Tsunade poggiava il viso sui suoi pugni tentando, per quanto le era possibile, di trattenere la frustrazione che le stava divorando dentro. Che cosa si era aspettata? Non poteva neanche lontanamente immaginare il dolore che il suo piccolo Naruto aveva dovuto sperimentare in questo momento… In tutti quegli anni... Chi era lei per giudicare la sua reazione? Continuava a ripetere quella scena nella sua testa senza un attimo di tregua chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare nulla per alleviare un po’ le sue sofferenze. Mille ma e se la stavano facendo impazzire.

Di tutti gli scenari che aveva immaginato, quel povero ragazzo aveva reagito nel peggiore dei modi. Le ferite che Konoha gli aveva inferto erano state troppo profonde.

Iruka continuava a fare su e giù tentando in qualche modo di calmarsi ma era inutile. Avrebbe voluto accompagnare Kakashi nelle sue ricerche, però, cosa avrebbe potuto fare in quelle condizioni? La preoccupazione gli rodeva l’animo come un tarlo famelico.

Shizune entrò silenziosa, posando sulla pesante scrivania dell’Hokage delle tazze di caffè caldo. Ne avevano bisogno tutti.

“Ho portato da bere, Tsunade-hime”. Iniziò a distribuire il liquido bollente. “Ho anche avvertito il carpentiere per la riparazione del muro distrutto da Naruto-kun”.

Silenzio, solo silenzio.

“Ci sono notizie?”

La nipote del primo Hokage si limitò a scuotere il capo. No, non c’erano novità. Il moccioso era sparito nel nulla.

Jiraiya si era accomodato sul piccolo divano di quello studio, continuando a fumare la sua pipa con aria assente.

Forse all'esterno non si dava a vedere, ma era davvero in ansia per il suo allievo. Quando quel ragazzino iperattivo ti entrava nel cuore era impossibile rimanergli indifferente. Avrebbe dato anche un braccio pur di risparmiargli quella pena.

Non era mai stato d'accordo con la decisione di Sarutobi-sensei ma oramai questo non aveva più importanza.

PUFF

“Kakashi!”

Iruka gli corse incontro, afferrandogli le spalle zuppe d’acqua. In quelle ore il temporale che si era abbattuto su Konoha era divenuto un diluvio senza fine. “Dov’è, Naruto? L’hai trovato? Sta bene?” Gli chiese affranto.

“So dov’è, Iruka”. Mormorò il jounin. Teneva il capo chino, tentando se gli era possibile di evitare lo sguardo dell’Hokage. Non le avrebbe fatto piacere sapere dove il suo vecchio allievo aveva cercato riparo. Temeva, in cuor suo, di poter solo peggiorare la situazione.

“Dov’è?!” Chiese ancora Iruka, sempre più spaventato.

Una nuvola di fumo si sollevò nell’aria gelida, contorcendosi in strane forme arcaiche prima di scomparire alla loro vista. “È lì, vero, Kakashi?”

Un mezzo sorriso sghembo comparve sul viso di ero-sennin mentre fissava il genio, che il suo allievo più promettente aveva addestrato, impallidire innanzi alla furia crescente che andava a comparire sul volto di Tsunade.

Quello sbarbatello pieno di energia era così prevedibile. Nel preciso istante in cui lo aveva visto fuggire nella tempesta aveva intuito quale sarebbe stata la sua destinazione. Che lui ne fosse consapevole o meno…

Mah… Magari era anche la volta buona. Forse, in tutta quella infame vicenda quella testa quadra sarebbe riuscito finalmente a trovare un po’ di gioia.

“Parla, Kakashi!” Urlò l’Hokage. “Dove si trova Naruto?”

Il jounin avrebbe voluto solo sparire. Quella era l’unica domanda a cui si sarebbe abbassato ad implorare pur di non rispondere.

“KAKASHI!”.

“È al Distretto Uchiha. A casa di Sasuke”. Mormorò con un filo di voce.

In quel medesimo attimo, il tempo parve fermarsi . Un fulmine più forte dei precedenti squarciò il cielo… Portando via la corrente elettrica… Gettandoli tutti nel buio.

Con un lento ronzio la luce tornò, facendo balenare una nuova furia omicida negli occhi nocciola di quella donna.

“Maledizione!” Colpì il tavolo fino a sfondarlo. “Lo sapevo che avrebbe fatto qualcosa di stupido! Come ha potuto pensare di correre dall’Uchiha!”

Tsunade era una belva, una belva accecata dal desiderio di proteggere il suo unico cucciolo. Rapida si avventò sulla porta pronta a spalancarla, raggiungere il suo quasi fratellino e dirgliene quattro ma una mano ferma e decisa la bloccò prima che potesse fare anche solo un altro passo.

“Lascialo stare”. Jiraiya non sembrava più lui. Era calmo, pacato… Stranamente serio. Insomma, un vero ninja.

“CHE DIAVOLO DICI!” Fece lei pronta a balzargli addosso e sbranarlo.

“Ti ho detto di lasciarlo stare dov’è”. Continuò il vecchio nel medesimo tono.

L’astio che Tsunade nutriva nei confronti dell’ultimo sopravvissuto del Clan Uchiha era sempre stato malamente celato ma ora anche visibile a tutti. Non era semplice ostilità, no. Era qualcosa di più.

In Sasuke, Tsunade rivedeva Orochimaru e questo la spingeva ad agire senza riflettere sulle conseguenze. Se fosse stato per lei, non lo avrebbe mai riammesso nel Villaggio. Ma come poteva restare indifferente allo sguardo implorante di quel moccioso che aveva tanto a cuore.

L’aveva supplicata. Era arrivato ad inginocchiarsi davanti all’intero concilio affinché concedesse al suo amico una nuova occasione e lei non aveva saputo dirgli di no.

Aveva messo a repentaglio la sua vita più di una volta pur di salvare la patetica esistenza di quel traditore. E quel rinnegato non lo aveva nemmeno ringraziato. Si era limitato ad osservarlo altero con quei suoi occhi gelidi e sprezzanti.

“Spostati, Jiraya! Devo andare da Naruto. Non posso lasciarlo nelle mani di quel traditore! È in pericolo!”

A quelle parole accadde qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.

CIAFF

Uno schiaffo, un potente e deciso schiaffo sotto lo sguardo atterrito di Kakashi, Iruka e Shizune.

Allibita, la donna si portò una mano alla guancia arrossata. Non poteva crederci. Jiraiya che amava le donne più di qualsiasi altra cosa al mondo l'aveva colpita...

“Smettila di comportarti come una donnetta isterica! Che ti piaccia o pure no, ora Naruto ha bisogno di una sola persona. E quella non sei tu!”

“No…” Scosse la testa. Non poteva accettarlo.

“Ha bisogno dell’amore della sua persona più preziosa. Ed, oramai, credo che qui l’abbiano capito tutti che quella persona è Sasuke Uchiha! Puoi odiarlo, puoi detestarlo ma questo non cambia la realtà. Non ti permetterò di rovinare la loro occasione di chiarirsi una volta per tutte e provare a rifarsi una vita… Insieme!”

Le stava stringendo i polsi tentando di farla ragionare. No, no. Non le avrebbe permesso di ferire quel ragazzo ancora di più. “Per tre anni, ho viaggiato insieme a quel moccioso. L’ho visto allenarsi, anima e corpo, sputare sangue pur di riportare l’Uchiha indietro. L’ho visto piantarsi in faccia quel dannato falso sorriso e fare finta di niente mentre tentava di nascondere le lacrime. L’ho visto dedicare ogni momento libero a risistemare la vecchia casa di Sasuke affinché avesse ancora un posto dove vivere una volta tornato. Ogni sacrosanta notte l’ho sentito mormorare il suo nome ed implorarlo di portarlo con lui. Non ti permetterò di rovinare tutto. Non questa volta”.

Ancora una volta l’aria si fece immobile intorno a loro mentre l’Hokage s’inginocchiava al suolo priva di forze.

“Lo ama, Tsunade. Lo ama disperatamente, proprio come Minato amava la sua Kushina. Proprio come tu amavi il tuo Dan. O, forse, anche di più. In un modo che non posso neanche immaginare”. Si passò una mano sul viso stanco. “Puoi dire quello che vuoi. Ci scommetterei tutta la mia collezione di best-sellers sul fatto che Sasuke lo ricambia. A modo suo, forse, ma lo ama. Altrimenti non sarebbe mai tornato indietro.”

S’inginocchiò davanti a lei, porgendole un fazzoletto che lei gli strappò da le mani, tentando di nascondere le stille che le segnavano il viso.

“Lasciali stare per ora. Hanno bisogno l’uno dell’altro più di quanto credi… Lasciali trovare la loro felicità”.

Il vecchio ninja prese il suo zaino e se lo sistemò in spalla. "E fammi un piacere. Richiama gli ANBU addetti alla sorveglianza dell'Uchiha. Avranno bisogno di un pò d'intimità!" So strofinò le mani con un'espressione hentai che lo illuminava tutto. "ICHA ICHA YAOI SPECIAL sto arrivando!"



Everybody’s screaming

I try to make a sound but no one hears me

I’m slipping off the edge

I’m hanging by a tread

I want start this over again




“Su, sta fermo”.

Fuori la pioggia continuava ad abbattersi incessante su Konoha senza concederle un attimo di tregua, quasi come se il cielo volesse vendicarsi di un qualche torto subito, spazzando via con la sua furia devastante le ombre che albergavano nel cuore di coloro che mi avevano sempre maltrattato.

Questo pensiero era quasi confortante. In fondo all’animo sentivo che chiunque vivesse lassù volesse, con una tale furia di elementi, portare un po’ di giustizia anche per me.

Un soffice asciugamano di spugna mi frizionava i capelli, con un movimento lento, gentile, quasi ipnotico.

Un dolce odore di vaniglia m’invase le narici, cullandomi in uno strano stato di torpore da cui non volevo separarmi. Ero in pace…

Non mi aveva chiesto nulla, Sasuke. Non mi aveva rimproverato di nulla, quando lo avevo stretto a me, inzuppando di pioggia gelida il suo prezioso yukata cobalto.

Si era limitato ad accogliermi fra le sue braccia senza proferire una sola parola. Mi aveva fatto accomodare in casa, portandomi in camera sua. Preparandomi un bagno caldo. Prestandomi uno yukata dai colori scuri, marchiato con il simbolo del suo Clan.

Come un burattinaio mi aveva aiutato a vestirmi ed io gli avevo obbedito, senza esitare. Ero completamente nelle sue mani. Qualunque cosa mi avesse chiesto non avrei potuto oppormi.

Anche dopo tanti anni... Anche dopo tutto quello che ci era successo, Sasuke restava la mia unica costante. Il mio migliore amico, il mio rivale. Non avevo mai potuto odiarlo per quello che mi aveva fatto. Era impossibile...

Sasuke... Sasuke... Sasuke era per me indispensabile come l'aria, come lo stesso soffio vitale che mi faceva battere il cuore.

Tutto... Tutto... Sasuke era tutto...

Amicizia, rivalità, rancore, ammirazione, invidia e ... E... Qualcos'altro che allora non riuscivo a definire mi incatenavano a lui, in un groviglio d'emozioni inscindibili. Non le capivo, non riuscivo a dare una definizione precisa a ciò che ci legava ma era irrilevante. Lo accettavo e questo mi bastava.

Mi lasciò libero, sfiorandomi con una mano una guancia arrossata. Osservandomi con quel suo sguardo severo, imperscrutabile. Dopo tutti quegli anni e tutto quel dolore, i suoi lineamenti si erano induriti, il suo spirito fatto ancora più gelido, ma per me lui restava sempre lo stesso teme. Il mio teme.

Alcune volte, avevo ascoltato i cittadini bisbigliare tra loro. Come Itachi... Come Itachi, ripetevano alle sue spalle, senza avere nemmeno il coraggio di incrociare il suo sguardo. Come Itachi...

Stupidi codardi! Sasuke non aveva nulla di Itachi. Aveva sbagliato, accecato dalla sete di vendetta ma era tornato indietro, affrontando a testa alta la sua punizione. Ho perso il conto di quante volte sono stato punito per aver messo a tacere quegli idioti. Tsunade continuava a ripetermi che non ne valeva la pena. Ma a me bastava scorgere quella tenue scintilla d'assenso in quel suo mare d'ebano per rendermi tutto sopportabile. Era questo il mio Sasuke.

"Cos'è successo?"

A quelle parole, tutto il mio dolore, la mia rabbia, la mia frustrazione uscirono fuori come un mare in piena. Gli raccontai tutto. Sussurrai, urlai, gridai, mi strinsi alla sua vita mentre tentavo di dar voce a quel peso che mi portavo dentro.

Ancora una volta, Teme mi lasciò fare, senza interrompermi mai, senza giudicarmi mai. Si limitò ad accarezzarmi i capelli biondi ancora umidi, lasciando che trovassi finalmente il sollievo che tanto agognavo.

Lampi e fulmini lambivano il cielo, rombando in quella stanza avvolta nella penombra, scandendo il tempo che trascorreva inesorabile. Non so per quanto tempo restammo così. So solo che, alla fine, sentivo che un grosso peso mi era stato tolto dal petto. Tutto per merito di Sasuke.

"Ora cosa farai?"

Bella domanda. Purtroppo per me non ero riuscito ancora a trovarvi una risposta. Un'ultima sorda paura non voleva ancora decidersi a lasciarmi.

"Non so più chi sono".

Se ne avessi avuto la forza forse avrei continuato a piangere senza sosta. Ma non fu questo ciò che accadde.

Impassibile eppure vicino, Sasuke m'asciugò quei rivoli salati che mi segnavano il viso. Le sue mani erano così calde...

E poi...

Non so come accadde... Non so perché... Tutto ciò che so era che lo stavo aspettando da una vita intera...

"Io lo so chi sei, Naruto..."

Si chinò su di me, sfiorandomi le labbra con un bacio casto. Mi irrigidii a quel suo gesto ma tutto in me urlava, strepitava, m'implorava di non allontanarlo. Sarei morto se fosse accaduto.

Lasciati andare, cucciolo...

'Kiiubi, non posso. Sasuke è il mio migliore amico. Sakura-chan...'

Dimenticati di lei. Non pensare a nulla.

'Ma io...'

Lascialo fare, Naruto. Lascia che ti renda felice...

'Si...'

Ci allontanammo per un attimo e subito il gelo di quella notte tornò ad impossessarsi di me. Avevo bisogno di lui...

"Sasuke..."

Con un impeto violento mi strinse nuovamente a sé. Credevo... Credevo che non mi avrebbe più lasciato andare... E a me, stava bene così.

Le mie membra sembravano burro, spingendosi in avanti affinché tutto il mio corpo potesse affondare in quello di Sasuke. Mi sentivo la testa leggera, svuotata. Non riuscivo a ragionare.

Quasi senza alcuno sforzo, lui mi sollevò, tenendomi stretto a sé, adagiandomi su quelle lenzuola fresche di candido lino.

Era una danza senza parole… Era una danza antica, fatta solo di sguardi… Mi pareva di impazzire…

Non riuscii a trattenere un gemito quando le sue mani si allontanarono. No, no. Non doveva accadere. Lo volevo su di me, sempre, senza interruzioni. Desideravo il suo corpo schiacciato sul mio, desideravo che mi toccasse fino a farmi perdere completamente il senno. Niente doveva separarmi da quelle dita.

Con quel poco di lucidità che mi era rimasta, tentai di sciogliere il nodo che teneva chiuso il mio yukata ma mi era impossibile. Le mie dita tremanti avevano perso qualsiasi contatto con la realtà. Sentivo i suoi occhi d’ebano fissi su di me, sulla mia pelle baciata dal sole e d’improvviso fui invaso da tutta la forza del suo desiderio. Sasuke mi voleva… E questo mi faceva sentire dannatamente bene.

Gemetti ancora percependo qualcosa di umido sfiorarmi appena sotto l’orecchio. Baci lievi mi sfioravano il collo fino ad inghiottire quei sospiri che con tanta insistenza volevano liberarsi dalla stretta delle sue labbra.

Ero completamente senza forze. Mi abbandonai su quel lenzuolo candido lasciando che il mio Sasuke prendesse da me tutto quello che desiderava.

Una strana emozione balenò in quegli occhi scuri… Una sensazione che in un primo istante non riuscii a decifrare. Sembrava quasi venerazione…

Sasuke sciolse il nodo del mio yukata, lasciando che la sua mano s’intrufolasse sotto la stoffa pesante, sfiorandomi il petto. Piano, piano prese a lambire un capezzolo, seguendone i contorni morbidi, pizzicandone i bordi finché non sentii di avvampare. Solo, allora, quel bastardo si concesse quasi un sorriso compiaciuto. Il mio respiro era divenuto un rantolo.

Sasuke mi sfiorò ancora una volta finché mi accorsi che nulla ora celava il mio corpo al suo sguardo. Un nodo sconosciuto mi strinse lo stomaco quando finalmente la consapevolezza della mia condizione mi colpì in pieno. Lui continuava a tacere, a fissarmi col suo ostinato silenzio…

Gli occhi presero a pizzicarmi… Le lacrime a rigarmi il viso… Voltai il capo pieno di vergogna… Dovevo essere orribile…

“Guardami, dobe”. Fu tutto ciò che mi sussurrò prima di baciarmi con ardore, rubandomi il respiro. Non potevo staccare il mio sguardo dal suo.

Chinò il capo, solleticandomi il petto glabro con i suoi capelli soffici. Avvertivo il mio cuore accelerare i suoi battiti finché non ebbi l’impressione che presto mi sarebbe balzato fuori.

Baci umidi presero a lambirmi scendendo giù, giù fino al mio ventre. Una lingua lasciva che tracciava i contorni del mio sigillo. Avrei voluto imprecare ma la mia gola riarsa non me lo permetteva. Potevo solo tentare di soffocare i gemiti mordendomi le nocche delle mani fino a farle sanguinare.

La sua lingua iniziò a concentrarsi sul piccolo avvallamento del mio ventre, ignorando di proposito la mia erezione che svettava dolorosa a pochi centimetri dalla sua guancia. E, come in una tortura malignamente escogitata, alcuni capelli del bastardo riuscirono ad arrivare ad essa, accarezzandola piano, senza creare un vero senso di soddisfazione. Si poteva impazzire per il piacere?

“S-Sasuke”. Lo implorai. Quella dolce tortura era troppo. Avevo bisogno… Avevo bisogno... Non so bene di cosa… L’unica mia certezza era che se non avesse fatto qualcosa sarei morto.

“Hn”. Bastardo impassibile.

Succhiò via alcune gocce di sudore dalla mia pelle mentre avvertii quasi un sorriso venir premuto contro il mio ventre.

Due dita ruvide camminarono lente e sensuali sul mio sterno, sfiorandomi le labbra in una carezza dolce e provocante. Su e giù, su e giù ridisegnarono i contorni di quei lembi di carne, fino a quando non le sentii chiedere di entrare. Piano, iniziai a lambirle, a leccarle, a baciarle seguendo lo stesso ritmo che mi stava portando al delirio. Proprio quando credevo di essere riuscito ad afferrarlo nello stesso vortice che mi aveva ghermito, lui le ritrasse.

Allontanò la bocca dal mio ombelico, allungando la lingua per passarla sui miei fianchi, distraendomi il più possibile mentre prese ad ammorbidire la mia apertura con quelle stesse dita… La mia carne traditrice cedeva morbida al suo tocco, fiorendo delicatamente per le sue dita.

Mordicchiando la pelle sensibile dell’inguine, il bastardo si spostò fra le mie gambe frementi, allungando ogni tanto la punta della lingua per saggiare il sapore salato del sudore sulla base del mio sesso.

“TEME!” Ero in preda agli spasmi più violenti, contorcendomi al tocco veloce dei suoi baci roventi, sentendomi strappato a quel mondo che mi circondava da sensazioni folli e troppo diverse per essere comprese, sentendomi un fuoco scoppiettante su cui qualcuno stava versando acqua ghiacciata.
"Ah!"
Qualcosa… Qualcosa di… Strano, di sconosciuto, m’aveva violato. Non faceva male, era semplicemente piantato dentro di me e… Mi accarezzava. Mi stava blandendo, sfiorando, tastando. Un corpo estraneo stava toccando il fondo della mia anima.

Non m’ero nemmeno accorto… Non mi ero reso conto di aver smesso d’agitarmi, d’aver alzato lo sguardo e incontrato gli occhi color d'ebano di Sasuke.

Gli occhi di Sasuke nei miei, il suo dito in me… Era quello, che mi stava preparando.
Avvampai ancora, sentendomi un vero idiota. Tentai di voltarmi nuovamente ma le sue parole di prima me lo impedivano. Eppure… Quel dito così nel fondo, era troppo… Imbarazzante?
No, non era quello il termine giusto e, forse, non lo conoscevo neppure. Sapevo solo che mi stava toccando così intimamente, che anche la mia anima ne era sfiorata… Mi sentivo davvero nudo, non solo col corpo. Poteva vedere tutto di me, senza riserve. Lo stavamo facendo davvero.
Non aveva mai visto quello sguardo nei suoi occhi. Mai così luminoso... Mai così felice.
Lo stavo… Per la prima volta, mi resi conto di stare rendendo Sasuke davvero felice. Fu qualcosa di indescrivibile.
Senza fretta, gli sorrisi, un sorriso vero, come non lo facevo da tanto. Gli tesi le braccia.
"Vieni".
Bisbigliai, desiderandolo in me, senza paura, senza riserve. Volevo dargli di più e, soprattutto, avere di più. Poter scorgere l’animo chiaro di Sasuke, quello che nessuno era riuscito a spezzare del tutto... Né Orochimaru... Né Itachi... Volevo osservarne le più minute sfumature. Fare parte di lui, senza aver paura di nulla.
"Hn…"
Il bastardo mi rivolse ancora quel suo mezzo sorriso mentre si toglieva a fatica lo yukata, con un mano sola… Si stava spogliando mentre mi penetrava... Caspita. Potevo capire perché gli Uchiha erano considerati dei geni...
La mia protesta mi morì in gola, cancellata da una risata… La sua pelle, sempre diafana e perfetta aveva assunto delle sfumature da far invidia anche ai capelli di Gaara.
Mi sorrise, non riuscivo a crederci. Sasuke mi stava sorridendo fino a scoppiare in una risata liberatoria…

Quelle risate coprivano il dolore, le sue dita non mi stavano recando fastidio. M'ero ripromesso di non pensare a ciò che stava accadendo. Volevo che quell'attimo durasse in eterno. Che quell'attimo fosse per me solo, anche se una volta giunto il risveglio la realtà sarebbe stata ancora più dura.

Ingordo, le mosse più a fondo, esplorando quel luogo a lui completamente sconosciuto. Sentivo le pareti viscide e morbide ritrarsi al tocco dei suoi polpastrelli, avvolgerlo stretto in sé. Alla cieca, sapeva cosa doveva cercare. Un angolo speciale, che mi avrebbe portato alla follia assoluta.
"Sasuke!!!"
Teme premette di nuovo, continuando a roteare i polpastrelli sul punto che mi aveva fatto reagire… Una luce bianca velò la mia vista, rendendomi cieco a null'altro che non fosse Sasuke.
Per un istante, si fermò ed, allora, i miei occhi si persero nei suoi. So cosa mi stava chiedendo e nulla mi avrebbe fermato dal concederglielo.
Sasuke entrò lentamente in me, divaricando piano il mio corpo stretto. Tentai di rilassare quei muscoli contratti il più possibile. Faceva male, molto male ma non volevo fermarmi. Una piccola fluttuazione di chakra ed il dolore iniziò a scomparire.

'Grazie Kiiubi'

Di niente, cucciolo. Mi sto divertendo anch'io.

'KIIUBI!!!' Ecco, ci mancava solo una volpe pervertita.

Era grosso, troppo grosso… Mi sentivo invaso, diviso in due…
"Naru…"
Minuscole lacrime volarono via, quando aprii gli occhi di scatto… Non era per il dolore che stavo piangendo. La bellezza di ciò che stavo provando non potevo essere spiegata con le comuni parole. Sentii la voce di Sasu vicina, accanto al mio orecchio, il suo respiro caldo che mi accarezzava… La punta della sua lingua dispettosa tracciava scie umide sulla pelle del mio collo, leccando il lobo dell’orecchio.
"Sasu…" Mormorai, abbandonandomi a lui, vincendo la resistenza del mio stesso corpo.

Lui se ne stava fermo, immobile, come la statua di una divinità antica, bella ed eterea...
Poi le sue dita scesero a giocare con la mia intimità mentre la sua bocca carnosa mi marchiava la cute dietro l’orecchio… M'inarcai , avevo bisogno di sentirlo più vicino, più vicino. Ma Sasuke capì, prendendo a scivolare nell’abisso bollente del mio corpo.
Lo pregai, con parole che non sapevo nemmeno di conoscere, lasciando le lenzuola e spostando le braccia dietro il suo collo, afferrandomi a lui come alla mia ultima salvezza… Girai piano la testa, appoggiando una guancia contro suoi capelli morbidi.
Non sentii la sua risposta… Quel bisbiglio era stato coperto dall'urlo che non riuscii più a soffocare. Sasuke mi stava possedendo ed io potevo solo lasciarmi andare, annegando nel piacere che mi stava donando.
"Aaahhh!!!"
Lo vidi stringere i denti, affondando di nuovo dentro di me mentre la sua schiena veniva marchiata dalle mie unghie… Mi agitavo sotto di lui, volevo che provasse la mia stessa gioia. Volevo donargli tutto me stesso... Ero in Paradiso...
"T-Ti prego!!!"
Senza neppure sapere il perché, urlai quelle parole, continuando a muovermi per incontrarlo… Piangevo, bevendo le mie stesse lacrime, affondando le unghie nella pelle del ragazzo che avevo tanto ammirato, combattuto. Nella pelle dell' unico uomo che avevo mai amato…

Finalmente avevo la mia risposta... Io amavo Sasuke... Mi venne quasi da ridere: una risposta così semplice... Così semplice eppure ci avevo impiegato anni a trovarla.

Avrei dato tutto quello che avevo per sapere se mi ricambiava... No, non dovevo pensarci. Non dovevo. Dovevo solo godermi quel momento, non lasciando che dubbi e incertezze lo rovinassero.

Il calore nel mio ventre sì trasformò in oro colato, liquido, in una sostanza che mi ustionava, troppo calda per non appartenere agli dei, per essere compresa appieno… Non vedevo più nulla, non sentivo più nulla... Solo i nostri gemiti che si fondevano, salendo oltre il rombo della tempesta.

Oltre quel bianco, che oramai mi teneva suo schiavo, vidi una cosa che mi lasciò senza parole: una lacrima, solitaria, piccola ed esile, si fece strada sul suo bel viso arrossato dalla passione. Una sola, piccola lacrima che Sasuke stava versando per me... Per noi. Poi di nuovo solo il bianco del piacere.

Un rivolo di saliva fuggì dalla mia bocca. La potevo sentire sfrigolare sulla pelle arrossata, mi stava bruciando…

Pregavo, imploravo Sasuke perché continuasse, perché non smettesse mai di farmi sentire così…
Bene… Felice.
Un colpo potente, l'ultimo, il migliore di tutti, come il fuoco d’artificio conservato per il gran finale, e Sasu si spinse ancora più in fondo, possedendomi appieno…

Urlai come mai avevo fatto... M'inarcai, esplodendo contro di lui, contro la pelle quasi più bianca del mio seme… Ed, allora, come una bestia selvaggia Sasuke ruggì e spinse, spinse ancora, venendo a sua volta, inondandomi in profondità, facendomi traboccare.
Lentamente quella luce bianca s'oscurò mente noi, annientati dall’estasi, ci lasciavamo scivolare in un sonno senza sogni.



So I try to hold onto a time when nothing mattered

And I can't explain what happened

And I can't erase the things that I've done

No I can't




TIC TIC

La tempesta era cessata, lasciando spazio ed una fitta pioggerellina che picchiettava sul vetro di quella finestra.

TIC TIC

Scandivano lente il tempo che passava, ultime memorie di quel momento che temevo non sarebbe più tornato.

Fissavo il soffitto. Fissavo il soffitto di quella stanza scura e spoglia, illuminata esilmente dalla luce di un lampione in lontananza.

Ora che la passione era passata, in me restavano solo tante domande. Come avevo fatto a lasciarmi andare... Come avevo potuto... Come avevo potuto mettere a rischio la mia relazione con Sasuke, per cosa? Con quale faccia avrei potuto più incrociare il suo sguardo! Maledizione! MALEDIZIONE!!!

Un braccio caldo mi stringeva la vita. Un respiro rovente mi carezzava il petto... Sasuke dormiva ancora.

Mi vergognavo...

Non volevo piangere ancora. Lo avevo fatto fin troppo quella sera. Mi strofinai gli occhi con rabbia, tentando di ricacciarle indietro... Sasuke non poteva amarmi.

Era stata solo un'avventura. Un gesto stupido, frutto della disperazione e degli ormoni e di qualsiasi altra incomprensibile ragione... Sasuke non poteva amarmi...

Lui era l'ultimo degli Uchiha. L'ultimo portatore dello Sharingan. Suo compito era ripopolare il Clan. Non poteva perdere tempo con uno come me. Non glielo avrei permesso.

Dovevo andare via di lì, prima che tutto fosse divenuto troppo da sopportare. Avrei chiesto a Nonna Tsunade di lasciarmi partire per non tornare più...

Non potevo restare a Konoha e vederlo ogni giorno... Leggere nei suoi occhi l'imbarazzo e il disgusto per ciò che era successo... Vederlo evitarmi...

Non potevo... Era da vigliacchi fuggire ma che possibilità mi era rimasta?

Avrei serbato per sempre il suo ricordo nel cuore e chissà, magari un giorno sarei tornato e l'avrei rivisto felice, insieme a Sakura-chan e ai loro numerosi bambini.

Mi voltai a guardarlo un'ultima volta. Il suo viso era sereno quasi come quello di un bambino. La sua fronte distesa, libera dagli affanni che gravavano sul suo spirito. Dormiva con la testa poggiata sul mio petto, in quell'intimo abbraccio che avevamo conservato inconsciamente anche se addormentati.

Sfiorai appena le sue labbra in un ultimo bacio d'addio.

"Ti amo". Mormorai. Non l'avrebbe mai saputo ma quello che mi aveva donato quella sera era stato più che sufficiente.

Con tutta la delicatezza di cui ero capace, mi liberai dal suo abbraccio. Non potevo guardarlo. Non potevo, altrimenti tutta la mia determinazione sarebbe svanita come neve al sole.

Che stai facendo, cucciolo?

'Vado via, Kiiubi'. Non riuscivo a respirare.

COSA?! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?


'Va bene così. Per alcune ore sono stato l'uomo più felice del mondo. Tanto mi basta'. Gli occhi mi bruciavano come carboni ardenti.

Idiota! Come fai a rinunciare prima di combattere. Per il Grande Demone Celeste, sei innamorato di lui, moccioso!

'Sasuke deve pensare al bene del suo Clan. Io sarei solo un motivo d'imbarazzo per lui. Il villaggio non lo permetterebbe mai '.

Ma ti senti quando parli?


'Non cambierò idea, Kiiubi. Sono sicuro che Sasuke sarà molto felice con Sakura-chan'.

Continui ad assillarti con quella specie di fragola gigante? Non è per lei che il tuo Uchiha è tornato, stupido! Ma per te... PER TE...

'Ti prego non rendermi tutto più difficile...'

Raccolsi lo yukata che aveva indossato fino a poche ore fa e lo strinsi forte, perdendomi nel suo profumo. Forse Sasuke mi avrebbe perdonato se lo avessi portato con me come suo ricordo...

Nuovi singhiozzi presero a battermi nel petto e feci di tutto per ricacciarli indietro. Non dovevo mollare. Non dovevo.

"Che stai facendo, dobe?" Mi chiese una voce assonnata alle mie spalle...

Due braccia forti mi cinsero da dietro, stringendomi contro un petto muscoloso dentro cui avrei voluto perdermi...

Non voltarti, Naruto... Non farlo...

Trassi un profondo respiro, tentando di schiarirmi la voce, tentando di ricacciare indietro quel groppo che cercava di soffocarmi...

"Torna a letto..." Sentii il suo naso sfiorarmi il collo e dovetti farmi violenza per non voltarmi e stringerlo senza più lasciarlo andare. Le gambe erano molli, pronte a cedere.

'Kiiubi, aiutami!' La implorai.

No, cucciolo. Non ti aiuterò a commettere la più grande idiozia della tua vita.

Avrei tanto voluto piangere...

"Me ne stavo andando, teme".

La mia voce era gelida, lapidaria.

"Me ne torno a casa".

"Che diavolo dici". La sua stretta si fece ancora più salda fino a farmi male. Ma dovevo continuare.

"Ti ringrazio per quello che hai fatto per me, ma è tempo che vada".

"Dobe!"

"È stato bello, lo ammetto, ma abbiamo solo scopato, tutto qui. Non c'è nient'altro da dire".

Per quanto mi fossi sforzato, le lacrime avevano ripreso solcarmi il viso. Mi facevo schifo.

"Voltati, dobe, è ripetimi tutte queste stronzate guardandomi in faccia, prima che ti riempia di pugni e ti riduca ad una poltiglia".

Non l'avevo mai sentito parlare con tanta rabbia, nemmeno quando era stato al servizio di Orochimaru. Per un istante ebbi paura.

"Su, è inutile che ti agiti tanto. Non significa niente. Volevamo scopare e l'abbiamo fatto. Fine del discorso. Non dirmi che ti dai tanta pena perché era la tua prima volta!"

Risi, risi isterico. "Chissà come te la sarai spassata con gli scagnozzi di Orochimaru... HA HA HA!"

Mi afferrò violento, sbattendomi contro una parete fino a farmi male. Lo Sharingan roteava impazzito. Non potevo incrociare il suo sguardo.

"Ripetilo..."

"Sempre il solito, Sasuke. Cos'è ti ho forse offeso? Vuoi vendicarti anche di me? BUBU"

Mi afferrò la gola nella sua morsa d'acciaio. I suoi occhi erano accecati dalla furia. Anche il più crudele demone degli Inferi sarebbe arretrato davanti a lui.

"La mia pazienza ha un limite..." Sibilò. Potevo sentire il suo chakra guizzare come un vulcano in eruzione.

"Che volevi? Una dichiarazione d'amore eterno e poi avremmo vissuto felici e contenti? Quanto sarebbe dovuto passare prima che ti venisse voglia di fuggire ancora una volta per inseguire quel bastardo di tuo fratello. CHE VUOI DA ME, SASUKE?"

Lo vidi sollevare una mano sul punto di colpirmi e strinsi gli occhi pronto a ricevere la sua furia. Me lo meritavo.

Due labbra morbide presero a percorrere il mio viso, asciugandomi le lacrime mentre la presa che mi serrava la gola mi lasciò di colpo.

"Hai finito di dire cazzate, dobe? Mi dici che ti prende?"

Me lo disse con tanta dolcezza che tutti i miei propositi andarono in fumo. Scoppiai in un pianto irrefrenabile, singhiozzando disperato fra le sue braccia.

"Scusami, scusami". Continuavo a ripetere. "Volevo solo evitarti un fastidio. Io ti amo... Ti amo tanto, Sasuke. Volevo che tu fossi felice. Che avessi una famiglia e realizzassi il tuo sogno. Volevo..."

Non riuscii a terminare perché le sue labbra mi serrarono la bocca. Ci baciammo, uno, due, tante volte mentre lo yukata che stringevo tra le mani scivolava silenzioso al suolo.

"Guardami, dobe". Come uno schiavo innanzi al suo padrone, ogni suo desiderio era per me un ordine

"Me ne frego del mio Clan, Naruto. E me ne frego anche di cosa penserà questo stupido villaggio. Può bruciare tutto per quello che mi riguarda". Era gelido e tagliente ma io lo vedevo solo come quella splendida luce mortale che attirava me povera falena verso la sua fine. Sospirò, strofinando il suo viso contro i miei capelli senza mai lasciarmi andare.

"Io non sono una bella persona. Sono un bastardo, orribile, accecato dalla rabbia e dal potere. Non sono tanto meglio di Orochimaru sotto certi aspetti".

"No..." Scossi la testa. Tornò a fissarmi, serio.

"Lasciami finire. Fra noi non sarà mai rose e fiori, non sono il tipo da lasciarsi andare a stupide smancerie e a quei ti amo di cui i tuoi amici si riempiono la bocca. Forse non ricordo nemmeno cos'è l'amore".

Non ebbi il tempo di abbandonarmi allo sconforto.

"Però una cosa la so. Ti desidero. In questi tre anni di assenza, tu eri la mia ossessione, l'unico motivo che mi spingeva a dare il massimo. Mi tormentavi notte e giorno senza lasciarmi un attimo di tregua. Volevo averti accanto a me e più di una volta ho dovuto farmi forza per non tornare qui e rapirti. Quando vi affidarono Sai, avrei tanto voluto strappargli il cuore per farlo smettere di guardarti con i suoi occhi impuri. Non hai la più pallida idea di quante volte mi sono svegliato bagnato per un sogno di cui eri protagonista e che avrebbe fatto arrossire persino quel maniaco di Kakashi". La sua voce andava via via diminuendo, fino a divenire quasi un sussurro. "Non sai quante volte fallendo una tecnica mi sono voltato, immaginando la tua voce che si prendeva gioco di me. Tu sei mio, dobe, ricordalo sempre. Ora che ti ho avuto non ti lascerò più andare, è meglio che ti rassegni. Mi appartieni!"

Un brivido, che fosse di timore o eccitazione, mi fece sobbalzare.

"Non so se quello che provo per te lo definirei amore ma, quando t'ho visto coperto di sangue quel giorno in cui ci siamo affrontati per l'ultima volta, l'unica cosa che riuscivo a pensare era: basta, dobe, torniamo a casa. Perché la sola idea di perderti per sempre era inaccettabile. Non ti dico che non ho più intenzione di vendicarmi, questo mai. Ma se mi trovassi a scegliere tra te e Itachi, tu verresti per primo".

Mi portai una mano alla bocca, senza fiato. Le sue parole avevano per me più valore di mille dichiarazioni d'amore. Non potevo pretendere nient'altro da lui.

"Allora, testa quadra, sei contento? Che mi dici, sono innamorato di te?" Mi chiese sarcastico.

Annuii, sorridendo come un idiota.

"Bene!" Iniziò a baciarmi il collo mentre qualcosa di duro e prepotente premeva contro il mio ventre. "Se hai finito di dire stronzate, vorrei che tornassimo a letto! Sto gelando."

Forse non sono mai stato un genio, è vero, ma fino a quel momento non mi ero reso conto che lui era... Come dire, nudo! Arrossii fino all'inverosimile.

"Ahh! Teme, sei completamente nudo!" Tentai di liberarmi dal suo abbraccio ma il teme non mollava.

"Oh, guarda non me n'ero accorto". Che bastardo! "Ma non mi pare che tu sia in condizioni migliori!"

Portai lo sguardo prima su di me, poi su di lui, poi ancora su di me. Certo che era proprio un bel ragazzo! AHHH!

Mi sollevò tra le braccia, sbuffando.

"Da domani a dieta, dobe. Sei pesante!"

"Mettimi giù, teme!" Urlavo, scalciavo ma lui non mollava la presa.

"Zitto! Ti do un'ora per riposare. Io ho ancora voglia!" HENTAI!!!

Mi gettò sul suo letto sfatto quasi fossi un sacco di patate.

"Brutto bastardo!"

Prima che potessi aggiungere altro si buttò su di me, bloccandomi con il suo peso per poi sigillarmi la bocca con la sua. D'improvviso la voglia di colpirlo era completamente svanita.

E, allora, moccioso. Sei felice?

'Si' Ed era, finalmente, vero...




How could this happen to me

I made my mistakes


I've got no where to run

The night goes on

As I'm fading away

I'm sick of this life

I just wanna scream

How could this happen to me




"Ti senti meglio?"

Starmene lì, sdraiato sul petto di Sasuke, con la sua mano calda che mi carezzava lo scalpo era per me il Nirvana assoluto. Tenevo gli occhi chiusi e, lo ammetto, emettevo versi molto simili alle fusa, ma al teme non sembrava dispiacere. Mi stringeva al suo fianco, fissandomi con un'espressione compiaciuta.

Era stato dannatamente bravo, ma non glielo avrei mai detto.

"Dobe, che fai dormi?" Si divertiva parecchio a torturarmi.

"Mmm, lasciami stare. Sono stanco..." Strofinai il viso sul suo petto. Il suo odore era per me inebriante, come una droga.

"Dobe..." Cantilenò.

"'Suke, smettila". Sollevai un pò la testa affinché i nostri sguardi potessero incontrarsi. Quella scintilla di gioia che si era accesa mentre ci eravamo uniti per la prima volta non era scomparsa, anzi. Continuava a risplendere più forte di prima...

"Ti ho chiesto se ti senti meglio. Devo ancora preoccuparmi di sentirti sparare altre idiozie da martire?"

"Sei orribile, bastardo". Voleva farmi sentire in colpa, stronzo!

"Grazie, ma lo sapevo già". Sempre sarcastico lui.

"Non erano idiozie". Tentai di giustificarmi, anche se dovevo ammettere di aver quasi compiuto una vera scemenza. "Io pensavo solo a te. Non vuoi portare avanti il nome del tuo Clan. Avere dei figli?"

Lo vidi sollevare lo sguardo per fissare il soffitto candido. La sua voce si fece remota e sì, anche molto triste. "E costringerli a portare il nome di una famiglia di assassini e traditori? Nessuno si merita questo, Naru. Nessuno". Da quando era tornato, avevo l'impressione che Sasuke avesse cominciato ad odiare il nome Uchiha più di chiunque altro.

"Mi spiace lo stesso per quello che ho detto".

"Hnn". Mi fissò con quei suoi occhi scuri ed enigmatici, schioccandomi un sonoro bacio sul naso. "E tanto per la cronaca, tu sei il primo".

"Il primo?" Non capivo.

Sollevò un pò le coperte per lasciarmi intravedere le piccole gocce di sangue che ora le marchiavano. Alcune segnavano anche il suo ventre. Dopo la nostra prima esperienza mi aveva concesso di possederlo affinché potessimo appartenerci completamente. Non era solo la mia verginità ad essere scivolata via in quella notte di tempesta. Arrossii, cogliendo le implicazioni di quei segni. Ero stato il suo primo e solo, se avevo voce in capitolo.

"Mi spieghi con chi avrei dovuto farlo altrimenti? E se dici Orochimaru, ti schianto con il Chidori". Mi minacciò, quasi divertito. Lo lasciai fare. Quando non risposi, si limitò a tornare a fissare il soffitto, il suo viso ora oscurato di colpo. Chissà quali pensieri lo stavano torturando. Avevo paura a chiederglielo, temendo di rovinare l'atmosfera di serenità che ci avvolgeva.

Tornai a chinarmi su di lui, ascoltando i battiti lenti del suo cuore che per me erano la più bella delle musiche. Avrei tanto voluto aiutarlo. Avrei rinunciato a tutto pur di farlo.

Ci vuole tempo per questo tipo di ferite, cucciolo. Non puoi costringerlo a dimenticare.

"Lo so".

"Cosa sai?" Mi chiese curioso, abbandonando quei suoi pensieri tristi.

"Io..." Ok, come facevo a spiegargli di poter intrattenere una conversazione privata col demone che si supponeva dover essere rinchiuso dentro di me? Bella domanda.

"Dobe..." Oh, così lui le pretendeva le risposte... Come facevo a dirgli di no? Mammoletta.

"Stavo parlando con Kiiubi". Sibilai a denti stretti.

"Con Kiiubi..." Lasciò la sua frase in sospeso.

"Beh". Mi grattai una guancia tentando di prendere un pò di tempo. "Sai, dal giorno della Valle della Morte". La sua presa si fece più salda a quelle parole. "Il sigillo si è allentato un pò, così io e la Volpe ogni tanto possiamo parlare. Nulla di serio, scambiamo solo quattro chiacchiere".

"Capisco".

Hey, moccioso. Digli che fra tutti gli insetti che frequenti lui è il mio preferito. Non mi dispiace averlo come amante. Il ragazzo è fantastico.

"KIUUBI!!!". Urlai balzando a sedere mentre tentavo di coprirmi il ventre con il lenzuolo rovente e sgualcito. E lui cercava di strapparmi quel lenzuolo dalle mani...

"Che ti ha detto?"

"N-Niente!" Non glielo avrei detto neanche sotto tortura.

"Dobe!" No, lo sguardo no! Non ho mai saputo resistere a quello... Stavo diventando come Ino... BWAA...

"Le piaci parecchio anche come amante. Ha detto che sei fantastico!" Praticamente urlai tutto d'un fiato. Il mio tono rasentava l'isteria.

Vederlo divenire di un lieve colore rosé mi fece un certo piacere.

Deglutì a fatica. "Ringraziala da parte mia".

'Kiiubi, hai sentito?'

Non sono sorda, moccioso. Piuttosto digli che se, però, prova a farti soffrire non dovrà più preoccuparsi di suo fratello. Sarò io il suo peggior nemico.

Riferii ancora una volta il messaggio prima di vedere il mio ragazzo scoppiare in una fragorosa risata. Si sollevò a sedere, poggiando le schiena contro la spalliera di quel grande letto all'occidentale. Mi afferrò per un braccio, facendomi accomodare meglio nel suo abbraccio.

"Lo so, Kiiubi-sama. Lo so".

Iniziò a baciarmi il collo e non potei fare altro che lasciarmi andare.

Kiiubi-sama... Mi piace. E tu, baka, volevi lasciartelo scappare... Me lo avrebbe rinfacciato in eterno, ne ero sicuro.

'Si, Kiiubi...'

"Naruto..." Corrucciò la fronte, in una maniera... Una maniera...

Adorabile?

'Zitta, Volpe'

"Dimmi, Teme".

"Hai detto che io le piaccio. Vuoi forse dirmi che lo Spirito della Volpe a Nove Code è una femmina?"

"Già".

"Ah". Sghignazzò stranamente divertito. "Ora si spiega tutto".

"Cosa?"

"Il perché del tuo Sexi no Jutsu. Nessun ninja normale se ne sarebbe uscito con una tecnica del genere".

"Che vorresti dire?" Se voleva la guerra non mi sarei tirato indietro.

"Che ho scoperto il perché sei un uke così adorabile..."

Avrei voluto riempirlo di pugni fino a farlo stramazzare al suolo, ma come potevo mentre mi accarezzava in quel modo così seducente?

"Ti odio..." Riuscii a malapena a sussurrare. Ero pronto per il round numero cinque.

"Continua a ripetertelo..." Ho sempre adorato quel suo sorriso sghembo. Ancora una volta mi fece sdraiare sotto di sé, tramutandomi in creta nelle sue mani.

BUM BUM BUM

Tre colpi ripetuti ci fecero sobbalzare.

"Sasu..."

BUM BUM BUM

"Resta qui". Mi baciò teneramente una spalla, prima di alzarsi a sedere sul letto. Mi ricoprì con cura, soffermandosi a sfiorarmi le labbra, come solo lui sapeva fare.

Si sollevò dal letto con la grazia di un felino, chinandosi a raccogliere lo yukata che avevo cercato di portare con me nella mia stupida ed inutile fuga.

Era bello Sasuke, bello e letale... Non c'erano parole conosciute per descrivere la bellezza che avevo davanti.

Sentivo la bocca riempirsi via via di saliva mentre tutto il mio sangue aveva deciso di esplodermi dal naso, con un unico potente getto. Mi portai una mano al viso tentando di arginare la situazione... Che imbarazzo! Lui, invece, prese a vestirsi con una lentezza assurda, offrendomi uno spettacolino pazzesco.

"Beh?" Mi fissava divertito.

Avvampai ancora di più, sul punto di sperimentare un processo di combustione spontanea.

"N-Niente!"

"No, no. Non cercare di mentire, itoiishi. Non le sai dire le bugie..." Mi afferrò di colpo i polsi, sedendosi a cavalcioni su di me. I nostri visi erano vicinissimi...

"TEME! Cosa ti fa credere che ti stessi fissando? Magari ero solo soprappensiero..."

"Oh..."

Provate voi a ragionare lucidamente con un dio corvino che vi lambisce il collo, marchiandolo come se foste di sua proprietà. Il suo respiro caldo... "Questo vuol dire che non ti piaccio più?" Riuscii a sentire quelle parole a malapena.

Era come giocare al gatto col topo per quel bastardo. Si stava divertendo da matti, potevo scommetterci.

Mi soffiò dolcemente nell'orecchio per poi mordicchiarne il lobo.

"B-bastardo! Sei un bastardo, Sasuke! Bastardo e pervertito!" Gemito. "Come Kakashi- sensei... " Altro gemito. "Più passa il tempo e più gli somigli!".

Teme prese a strusciarsi su e giù sul mio corpo... Mamma! Il sapere che sotto quello yukata non indossava nulla... Calma, Naruto. Calmati!

"Sul serio, koibito? Eppure al piccolo Naru qui giù non sembra che dispiaccia". Con una carezza sfiorò la mia intimità a stento coperta da quelle lenzuola roventi e stropicciate.

"'Suke!" Altro gemito.

"A che pensavi, itoiishi?" Mi chiese ancora mentre rimanevo stregato dal suo mare d'ebano.

"Sei bellissimo". Tanta bellezza mi affascinava, togliendomi il respiro.

Un bacio feroce e appassionato fu strappato dalle mie labbra. "Ti sbagli, Naruto. Sei tu ad essere stupendo". Mi baciò ancora e ancora...

BUM BUM BUM

Si sistemò lo yukata dirigendosi verso la porta. "Resta qui. Mi sbarazzerò di questi scocciatori il prima possibile..."

Feci per seguirlo ma Sasuke si limitò a baciarmi la fronte.




BUM BUM BUM

"APRI QUESTA DANNATA PORTA UCHIHA!"

La porta si spalancò di colpo, rivelando un omicida sguardo color rubino. "CHE VOLETE!"

Il ragazzo aveva fegato, pensò il vecchio Jiraiya. Fra lui e Tsunade non sapeva davvero su chi scommettere. Se fosse stato per lui, se la sarebbe data volentieri a gambe levate. Kakashi era del medesimo parere.

Come una mamma chioccia, Iruka continuava a torcersi le mani mentre Shizune tentava in tutti modi di calmare l'Hokage. Le vene sulla fronte della donna pulsavano sempre più forte.

Sarebbe stato uno scontro da Titani!

"DOV'è NARUTO?" Senza troppi convenevoli, Tsunade entrò in casa. Il moro la lasciò fare. Non le avrebbe permesso di frapporsi tra lui e il suo dobe. Mai! Naruto era solo suo!

"Accomodatevi pure in salotto". Fece loro strada come un perfetto gentiluomo senza scomporsi minimamente. Cosa che fece infuriare ancora di più la donna bionda. Prevedendo una nuova esplosione, parlò nel tono più accondiscendente e pacato possibile

"La prego di non urlare, Tsunade-sama. Naruto è nell'altra stanza che riposa".

Bella mossa se vuoi morire giovane Uchiha. Jiraiya iniziò a pregare tutte le divinità che conosceva. Quella storia sarebbe finita in un bagno di sangue!

Kakashi e Shizune tentarono di farsi piccoli piccoli nel grande divano su cui erano seduti nel momento in cui, con sgomento, Iruka afferrava le implicazioni della frase pronunciata da Sasuke-kun.

"TU..." Tsunade afferrò la stoffa dello yukata cobalto, avvicinando i loro visi. "TU, PICCOLO TRADITORE SPUTASENTENZE! Dimmi solo perché non dovrei sbarazzarmi di te una volta per tutte e portare via quello stupido moccioso. Non ci sono nemmeno gli ANBU a rappresentare un problema..."

Shizune corse la fianco della donna bionda ma la sua presa era d'acciaio.

Sasuke sorrise imperterrito come se quella situazione non lo toccasse minimamente. "Per questo la ringrazio. Sarebbe stato imbarazzante altrimenti". Quella sua espressione di finta simpatia sparì di colpo quando lo Sharingan fece la sua letale comparsa. Afferrò i polsi della donna allontanandoli da sé. "Naruto resterà qui, con me, per tutto il tempo che vorrà". Scandì ogni sillaba.

"Non mi stupisco che hai attirato l'attenzione di Orochimaru. Infido come lui. Ma non ti permetterò di ferirlo ancora. Lo hai già fatto abbastanza".

"Come voi?"

CIAFF

Un pugno colpì l'Uchiha in pieno viso, scaraventandolo contro una vecchia libreria.

"Sasuke!" Naru-chan aveva finalmente fatto la sua comparsa.



"Sasuke!" Corsi al fianco del mio teme, incurante dello stare indossando solo uno yukata per me troppo grande. Che avessero pensato quello che volevano. Nessuno faceva del male a Sasuke, nessuno. Mi sarei scagliato contro l'Hokage in persona se fosse stato necessario.

Lo aiutai a rialzarsi, o almeno a mettersi in ginocchio e lui mi lasciò fare, asciugandosi il rivolo di sangue che gli segnava le labbra. Lo Sharingan continuava a roteare impazzito mentre fissava furioso Nonna Tsunade.

"Naruto, allontanati da questo traditore e vieni qui. Ce ne andiamo!" Mi ordinò. Non l'avevo mai vista così.

"Tsunade-sama..." Con un gesto del braccio spinse via i suoi accompagnatori.

"Voi quattro, statene fuori. MI AVETE SENTITA!"

Come osava... Come osava venire qui ed ordinarmi di lasciare la mia fonte di gioia... CHI CAVOLO CREDEVA DI ESSERE!

"NO! IO RESTO CON SASUKE! MI HAI SENTITO, BRUTTA VECCHIA!"

Suddetta vecchia s'incavolò ancora di più. "Brutto moccioso. Io sono il tuo Hokage e ti ordino di ubbidirmi! Non ti permetterò di metterti in combutta con un traditore che non ha nemmeno il coraggio di giurare fedeltà al suo villaggio!"

Quelle parole mi colpirono in pieno. Io non ne sapevo nulla. Ero convinto che una volta tornato, Sasuke sarebbe dovuto essere reintegrato immediatamente nei ranghi shinobi del Villaggio della Foglia. Era stato sciocco pensare che non ci sarebbero state conseguenza, a parte un periodo di controllo effettuato dagli ANBU, eppure... Non sapevo nulla di un patto di fedeltà.

"Non lo sapevi, vero, Naruto?" Mi canzonò, malevola. "Il tuo adorato Sasuke si rifiuta di appartenere a questo villaggio. Hai ancora così fiducia in lui?".

Smarrito, portai lo sguardo sul mio teme. Non potevo crederci... Gli strinsi il braccio con la forza della mia disperazione. Questo voleva dire che mi avrebbe lasciato ancora una volta?

"E non ho la minima intenzione di farlo". Rispose a quella provocazione.

Lento, Sasuke portò una mano sul mio viso, accarezzandomi piano, ed io la ricoprii con una delle mie. Mi sorrise, buffo vero? Per un attimo lo Sharingan scomparve lasciando il posto solo a quegli occhi che amavo tanto. C'era da ridere. In una situazione del genere lui pensava a sorridermi. Ma anche quell'attimo di tenerezza passò, così com'era comparso.

Ancora accecato dal rubino, tornò a rivolgersi ai nostri maestri, serio come l'uomo adulto che finalmente era diventato.

"Non m'importa niente di questo villaggio. Non darò mai la vita per esso!"

Un singulto colpito. Shizune o, forse, Iruka.

"Lo sai che potrei esiliarti per questo, vero?"

"Però..." Non aveva ancora finito. "Posso dare la vita per l'unica cosa davvero importante per me". Allungò un palmo verso Kakashi, che aveva assistito alla scena in silenzio. Il mio vecchio maestro sembrò capire al volo cosa gli stesse chiedendo. Estrasse dalla tasca che aveva sul braccio un kunai e glielo porse senza aggiungere altro.

Sasuke si liberò dalla mia presa e mi sorrise ancora, lo stesso sorriso che mi aveva rivolto quando avevamo fatto l'amore per la prima volta. Liberò il suo braccio sinistro dalla manica dello yukata e vi conficcò il pugnale, tracciando delle spirali concentriche.

"Io, Sasuke Uchiha, dono la mia vita a Naruto Uzumaki. Gli affido la mia esistenza affinché ne faccia ciò che vuole. Giuro di servirlo con tutte le mie forze e morire per lui se questo il destino vorrà. Vivrò solo per lui, perché questa è la mia volontà".

Non potrò mai dimenticare quelle parole. Resteranno impresse nella mia memoria fino all'ultimo dei miei giorni. Sasuke aveva usato il giuramento degli ANBU per donarmi la sua vita. Non potevo fare altro che accettare.

La morte faceva parte della vita di qualsiasi ninja, era questa la prima lezione che avevo imparato. Ma se proprio dovevo morire avrei voluto farlo con al fianco il mio Sasuke.

Sigillai quella promessa con un bacio, infondendogli tutta la passione che provavo per quel ragazzo così splendido.

Potevo sentire Jiraiya e Kakashi sghignazzare come quei pervertiti che erano e Shizune e Iruka frignare come due ragazzine. Mi infischiavo altamente di cosa ne pensasse Tsunade.

Ci baciammo per tre lunghissimi minuti senza avere la forza e la volontà di staccarci. Quando, alla fine, ci separammo notai che la sua ferita stava già rimarginandosi. Quel chakra mi era familiare.

SOB... L'ho sempre detto che adoro questo ragazzo...

'Grazie, Kiiubi'.

Un colpo di tosse.

"Se voi due piccioncini avete finito, avrei qualcosa da dire al riguardo". Posai i miei occhi sull'espressione accigliata di quella strega. Ma cosa aveva al posto del cuore, il marmo?

"Molto commovente, Uchiha. Ma questo non ti salverà dalla punizione che meriti..."

"Ma nonna Tsunade..." Non mi lasciò finire.

"ZITTO MOCCIOSO! Sasuke Uchiha, come Godaime del villaggio di Konohagakure ti condanno…”

Trattenni il respiro, lasciando che l’ansia mi divorasse. Avevo paura, così tanta paura. Non poteva portarmi via Sasuke ora che ci eravamo finalmente trovati.

“A servire come ANBU Naruto Uzu... Namikaze." Per le prima volta mi sentii chiamare con il mio vero nome. "Fino alla fine dei suoi giorni. Sarai il suo partner nelle missioni che dovrà intraprendere per questo villaggio. Dovrai proteggerlo e curarlo. Morire per lui, se sarà richiesto. E sopportare le sue idiozie, già che ci siamo. Questa sarà la tua punizione". Frugò, sotto i nostri sguardi allibiti, nel suo mantello, tirandone fuori due maschere: una volpe ed un lupo. "Queste sono per voi".

Ok, forse non sarà stata la reazione di un ninja, ma che importava. Le saltai in braccio, ridendo come un matto. Continuando a ringraziarla e a stringerla fino a soffocarla. "Grazie, Nonna. Grazie!"

"Uchiha! Il tuo compito comincia immediatamente! Liberami da questa piattola!" Sbraitò ma si vedeva che in fondo era contenta anche lei.

Il nuovo ANBU mi afferrò per la vita, facendomi voltare e piantandomi un sonoro bacione sulle labbra, tutto pur di farmi tacere.

"Ottimo metodo per calmarlo!"

"Kakashi!"

FRUSH FRUSH

"La smetta di prendere appunti, Jiraiya-sama!"

"Bene!" Sembrava che la nonnina facesse fatica a ricomporsi. "Possiamo togliere il disturbo. Ci vediamo lunedì per risolvere la questione circa l'eredità di Minato. A proposito, porta quella cosa Shizune!"

Una vecchia scatola di legno intagliato fu posta sul tavolino di quel salotto. Sembrava contenere un grande tesoro. "Questa era di tuo padre, moccioso, Conservala bene".

Sasuke mi lasciò andare mentre mi chinavo a sfiorare il dono che l'Hokage mi aveva portato.

"Tutto bene, Naruto?"

"Sì, sto bene, Iruka-sensei. Mai stato meglio". Mormorai.

Non sentii il teme allontanarsi insieme agli altri né la porta chiudersi. Tutta la mia attenzione era concentrata su quella scatola. L'aprii con riverenza...




Il tragitto fino all'ingresso fu fatto in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Era stata una giornata pesante ricca di grandi emozioni un pò per tutti. Shizune aprì la porta ma prima di andarsene l'Hokage volle mettere in chiaro un ultimo punto. Afferrò il braccio di Sasuke e lo strinse con forza.

"Noi ce ne andiamo, Uchiha. Ma se scopro che gli hai torto anche solo un capello, ti farò rimpiangere Orochimaru".

Il ragazzo si limitò ad annuire. Era sincero, lo avrebbe visto anche un cieco.

"Basta che ci siamo capiti. Ora torna dal moccioso. Noi togliamo il disturbo". Furono queste le sue ultime parole.

Quando il Distretto Uchiha scomparve alla loro vista, la donna non riuscì più a trattenersi. Non erano i pianti di Shizune, vera yaoi fan a turbarla. Né i gemiti di Iruka sul suo piccolo Naruto finalmente diventato uomo... Né le allusioni pervertite di Kakashi...

No, era quell'orribile ghigno sulla faccia di quel babbione...

"Non dirlo..." Sibilò.

"Non so di cosa tu stia parlando, Tsunade". Rispose ero-sennin, serafico.

"Ti avverto, Jiraiya".

"Sul serio non so di cosa parli..."

"Jiraiya..."

"Cosa, fammi pensare". Si morse un unghia facendo finta di dover ricordare qualcosa. "Ah, sì". Si colpì un pugno con l'altra mano. "Come si dice? Te lo avevo detto. Ero sicuro che Sasuke Uchiha avrebbe giurato fedeltà al moccioso. Altrimenti perché rischiare l'esilio, non facendolo fino ad ora..."

"Vecchio..."

Le portò una mano sulla spalla, ridendo sadico. "Su, su amica mia. Andiamo a farci un goccetto. Offri tu, vero?"

"Non ti azzardare..."

"Una scommessa è una scommessa". Le rispose. "Anche se non ti ho mai visto così felice di perdere..."

E va bene, infondo poteva anche sopportarlo per quella volta. Era finito tutto per il meglio, no? Su di loro, la luna e le stelle erano tornate a splendere.



Foto... Tante, tante di mia madre, di mio padre, dei miei genitori insieme... Questo conteneva la scatola.

Tante foto insieme ad un diario, scritto dal pugno di mio padre durante i suoi giorni da genin dove narrava delle sue prime missioni, dei suoi sbagli, delle sue speranze.

Schizzi di mia madre, che amava la foresta e gli animali più di qualsiasi altra cosa al mondo. Immagini della sua terra natale.

Era bellissima... Mio padre aveva ragione a dire che non c'erano parole per descriverla...

"Guarda, Sasuke! La mia famiglia..." Quelle parole avevano per me un gusto nuovo. Un gusto che non avevo mai provato prima. Poterle condividere con la mia persona più preziosa era una gioia senza pari.

"Sono incantevoli, dobe". Mi teneva stretto a sé, sul nostro letto, accarezzandomi i capelli come una madre fa con il suo bambino. Ascoltando il fiume di parole che non riuscivo a trattenere e limitandosi a sorridermi, felice per me e della gioia che avevamo raggiunto insieme.

Non sapete cosa voleva dire per me vederlo così sereno...

Ad un certo punto, però, mi scappò un piccolo risolino... Io e mio padre eravamo davvero molto simili... Oramai non faceva più male pensare a Minato Namikaze in quei termini. Almeno finché con me ci fosse stato solo Sasuke.

"Che hai da ridere, testa quadra?"

"Niente... " Non riuscivo proprio a trattenermi.

"Ah, sì" Il bastardo iniziò a farmi il solletico mentre mi agitavo in preda alle convulsioni fra quelle lenzuola sgualcite. Bastardo, giocava sporco.

"Allora?"

M'asciugai una lacrima che mi era sfuggita ma era troppo buffo.

"Scusa, ma mi sono appena accorto che io e mio padre abbiamo gli stessi gusti..."

"Cosa?"

Gli indicai una foto di mia madre... Stessa espressione accigliata, stessa pelle candida... Stessi capelli ed occhi neri... Avrebbe tranquillamente potuta sembrare Sasuke in versione Sexi no Jutsu. Sorrisi compiaciuto. "Come si dice: le grandi menti pensano allo stesso modo!"

"Ma davvero?"

Riprese a farmi il solletico mentre tentavo inutilmente di resistergli. AH AH AH

Rotolando l'uno su l'altro urtammo accidentalmente la scatola sparpagliandone il contenuto. Sotto tutte quelle foto, due sottili braccialetti d'argento apparvero davanti a noi.

Erano semplici, privi di gemme o altro. Solo un lupo ed una volpe che proteggevano un ideogramma, insieme.

AI, questo c'era inciso.

Restammo in silenzio a guardarci, persi l'uno dentro l'altro. Ora sapevo cosa fare.

Ne presi uno, baciandolo con riverenza. Baciando le sue labbra, le labbra del mio amore.

"Vuoi essere mio per sempre, Sasuke?"




I made my mistakes

I’ve got no where to run

The night goes on

As I’m fading away

I’m sick of this life

I just wanna scream

How cold this happen to me




Un pallido sole faceva capolino, riflettendosi tenue nelle pozze d'acqua delle vie di Konoha. Raggi miti mi carezzavano il viso. La tempesta della sera precedente era passata... Un vago ricordo di una vita lontana...

Me ne restavo lì, poggiato contro una vecchia quercia, seduto sulla testa di pietra di mio padre, a godermi la brezza dell'alba di quel giorno così importante.

Una grande folla aveva già preso a radunarsi ai piedi della torre dell'Hokage ma avevo deciso di non andare. Volevo godermi ancora un pò quella pace, prima che il caos mi avesse avvolto. Che fossi il vessello di Kiiubi o il figlio dello Yondaime per me non faceva alcuna differenza. Ero Naruto, solo Naruto, Che valore poteva avere un nome?

Mio padre avrebbe capito. Ne sono certo. Minato Namikaze era un uomo saggio. Mi avrebbe compreso.

Tanto mi era stato tolto in una sera... Tanto ancora mi era stato dato.

Per diciassette anni ero stato semplicemente Naruto Uzumaki, il figlio di nessuno. Ma, ora, quel Naruto era morto per rinascere uomo. Ero diventato Naruto Namikaze, la leggenda.

Mi sentivo confuso. Avevo smarrito la via. Non capivo cosa quel cambiamento avrebbe comportato per me ma, secondo Sasuke, dovevo semplicemente lasciarmi andare e le cose sarebbero venute da sé.

Leggendo il diario di mio padre avevo scoperto che anche un eroe ha diritto ad avere i suoi dubbi. Ma ciò non mi rendeva la cosa più facile. Una parte di me agognava la libertà. Il sentire il vento scorrermi libero sulla pelle. Proprio come mia madre.

Per quanto mi costasse ammetterlo, Konoha era diventata per me sempre più distante.

Mi sentivo uno sciocco. Amavo questo villaggio, certo. Oh, se l'amavo. Sarebbe stato bellissimo divenirne l'Hokage. Eppure sentivo che non era quella la mia casa.

Inseguendo Sasuke non ci avevo mai pensato, era quello il mio obiettivo primario, ma quando me ne allontanavo per uno dei miei viaggio provavo una gioia indescrivibile. Come se mi mancasse qualcosa. Qualcosa di vitale che me l'avrebbe resa casa... Allora, non avevo ancora scoperto cosa fosse. Quella certezza sarebbe venuta solo dopo alcuni anni.

Il sole si era fatto più caldo. Chissà quanto tempo era passato?

Un fruscio di foglie... Un'ombra gentile... Due labbra morbide che sfioravano le mie, accarezzandomi l'angolo della bocca mentre la mia guancia arrossiva per un esile tocco di ciglia.

Spalancai gli occhi su un mare d'ebano. Era venuto a cercarmi.

Un dito sottile mi sfiorò le labbra, per poi baciarle ancora e ancora...

Ricambiai quei baci facendo scorrere le dita callose in quella chioma corvina.

Per un attimo fui abbagliato dallo scintillio del braccialetto d'argento che ora adornava il mio polso sinistro... Una promessa d'amore eterno.

"Sapevo di trovarti qui, itoiishi".

Sasuke si sedette accanto a me, circondandomi la vita con le braccia, facendomi poggiare il capo sul suo petto.

Restammo così, senza dirci nulla, a goderci l'alba della nostra nuova vita.

"Sei felice, Naruto?"

Strana domanda. Fu questo a farmi ridestare dal torpore che il calore del suo abbraccio aveva risvegliato in me. Gli baciai il collo bianco, beandomi del suo respiro.

"Finché resterò qui al tuo fianco, sarò sempre felice, Sasuke". Eppure non potei celare la mia amarezza. "Ma per quanto sarà? Siamo assassini... La nostra vita non ci appartiene. Mio padre aveva ragione. Le nostre esistenze sono appese ad un filo... Konoha richiederà il mio sangue, che sia stata giusta con me o no, non ha importanza. Ed, allora, vedrò svanire questa mia felicità come un fiore che appassisce..."

Come pervaso da un furore sconosciuto, Sasuke mi strinse forte ed, ancora una volta, l'ebano si perse nell'azzurro del mare.

"Non m'importa cosa accadrà a questo villaggio, Naruto. Solo di te. A te, ho donato la mia vita. Un giorno ce ne andremo, io e te soli, alla ricerca di un posto che potremo finalmente chiamare casa. Dove saremo felici, sempre. Solo noi due, per l'eternità".

In quel momento, quando la voce di Tsunade iniziò il suo discorso, non potei capire a pieno la potenza dei quelle parole... Sapevo solo che Sasuke ora mi apparteneva. Non avevo bisogno di altro.

Eppure il giorno in cui il mio teme avrebbe mantenuto quella sua promessa d'amore eterno si stava avvicinando sempre di più... Inesorabilmente.




Owari

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SHANNARA: Oh, finalmente l'ho finita. Scritta tutta d'un fiato in tre giorni di lavoro intensivo! Questa one-shot fa parte di un ciclo di tre fiction che si spera riesca a scrivere nei prossimi tempi. Ma non voglio promettere niente, sono davvero con l'acqua alla gola di questi tempi.

Di recente ho deciso di modificare i nomi dei genitori di Naruto grazie a degli spoiler che un santo là fuori mi ha gentilmente mandato. Se volete conoscere qualche chicca fatemi sapere.

Comunque ho cercato di disseminare indizi vari per il prossimo capitolo, sempre se riesco a scriverlo.

SASUKE:A me è piaciuta. Non sono sembrato troppo OC.

SHANNARA: Ullalà, Mister Simpatia ne è rimasto contento, sono felice. Chissà perché non sono sorpresa. Ma che diavolo ha Naruto-chan?

Suddetto biondino continua a rileggere il manoscritto con decine di fazzoletti nel naso, il viso che sembra un peperoncino bello piccante e due occhioni grossi come palle da bowling.

SASUKE: Nah, è così per la lemon.

SHANNARA: Bella quella, vero? All'inizio mi vergognavo un pò. L'ho dovuta scrivere di notte però poi mi sono divertita.

Sguardo da maniaco sul viso dell'Uchiha.

Tento di scuotere il mio protagonista ma pare piombato in uno stato catatonico.

SHANNARA: Naru-chan, tutto ok? Devo chiamare qualcuno? Tsunade, Dottor House... la Neuro?"

NARUTO: Io e Sasuke... Io...

SHANNARA: Ci date dentro, eh? Come prima lemon non mi è venuta male. Ho fatto ricerche, sai? Mi sono letta un sacco di fic ruhana, sasunaru , persino il libretto di Kakashi.

NARUTO: Hentai!

SHANNARA: Non prendertela con me. Ho solo eseguito le direttive di Sasuke. Guarda cosa mi ha dato.

Gli mostro un taccuino nero con su scritto, a lettere d'oro e cubitali: LA MIA PRIMA VOLTA CON NARUTO, di Sasuke Uchiha. Lettura utilissima e anche molto dettagliata.

NARUTO: TEME!!!

Iniziano a rincorrersi distruggendomi quasi tutto il salotto.

SHANNARA: Naru-chan non rovinarmelo troppo. Mi serve per il seguito. Boh, chissà se mi ha sentito. Beh, che aggiungere. Recensite, recensite...



Piccole pillole in giapponese:

Yondaime: Quarto Hokage.
Godaime: Quinto hokage.
Itoiishi: in realtà, somilglia molto a koibito anche se con una sfumatura diversa. Se non sbaglio, vuol dire non amore ma persona amata.
Ai: amore, in sé. Non l'appellativo. Ok. Spero che vi sia piaciuto. Alla prossima.








 
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Ary_chan
view post Posted on 16/5/2008, 18:25




Questa ficci è stupenda *ç*
E' una delle prime in assoluto ke ho letto e mi ricordo ke mi ero messa a apingere >w<
[Inoltre la ragazza cn cui stavo.. (Si sn stata cn una ragazza ^^'') ha rubato l'idea di Sasuke quando cn il kunai si è "inciso" sul braccio il simbolo degli Uzumaki x appartenere a Naruto] :*_*: quella parte è stupenda *ç*

Ora appena la rileggo ti riempirò di tanti altri compliemnti :*_*: :love1:
 
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selphie9230
view post Posted on 16/5/2008, 18:30




E' stupenda, l'avevo già letta su efp ma ogni tanto la riletta...è bellissima, ho pianto come una fontana quando Naruto ha cercato di andarsene via da casa di Saske...complimenti :siiii:
 
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#Princeton_818#
view post Posted on 16/5/2008, 18:53




Grazie a tutti! In realtà della terza parte ho appena finito di scrivere il prologo. Se volete un'anteprima sarei felice di postervelo.
 
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selphie9230
view post Posted on 16/5/2008, 19:18




Siiiiiiiiiiiiii ti prego!!! *me ti implora*
 
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Ary_chan
view post Posted on 16/5/2008, 19:37




Si lo aspettiamo *w*
 
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#Princeton_818#
view post Posted on 16/5/2008, 21:05




Fatto! L'ho messo in un topic in questa sezione perché la mia intenzione è quella di metterci una bella lemon. Spero vi piaccia. S'intitola "Il cerchio si chiude". Cmq, avete novità su Itachi e Madara? Mi servirebbero molto.
 
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view post Posted on 16/5/2008, 21:36
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Kage

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princeton questo one-shot è davvero bellissima complimenti
 
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japy
view post Posted on 16/5/2008, 21:40




L'ho letta 10.000 volte su EFP a proposito sono curiosaaaaaaaaaa!!! cosa succede a Naru e Sasu dopo la seconda parte me lo puoi dire? :*_*: :*_*:
 
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Lola 357
view post Posted on 17/5/2008, 23:25




Mio Dio, quest'opera è una pura perla rara! Bravissima sono rimasta estrefatta, lo stile di narrazione mi ricorda quella di Saya che ho tanto amato!!!!!! *çççççççççç* Mi hai fatto sbavare dall'inizio alla fine!!!!! image
 
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primal_secret
view post Posted on 11/7/2008, 19:57




k ficcy stupenda!!!!!
 
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Kendrygerman
view post Posted on 12/3/2017, 11:02




Molto bella la storia
 
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11 replies since 16/5/2008, 18:13   797 views
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